Deutsche Tageszeitung - Garrone, 'i miei film come quadri ma con l'uomo al centro'

Garrone, 'i miei film come quadri ma con l'uomo al centro'


Garrone, 'i miei film come quadri ma con l'uomo al centro'
Garrone, 'i miei film come quadri ma con l'uomo al centro'

Masterclass del regista di "Io capitano" al Costaiblea Festival

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Il regista Matteo Garrone è stato protagonista di una partecipatissima masterclass alla 28esima edizione del Costaiblea Film Festival, in corso di svolgimento a Marina di Ragusa. L'incontro, moderato dal direttore artistico del festival Vito Zagarrio, è stato un momento di riflessione sul cinema, sul suo linguaggio visivo e sul rapporto umano con le storie che lo compongono. Una visione pittorica del cinema per Garrone che ha iniziato l'incontro condividendo le radici della sua ispirazione artistica: "E' evidente che la mia formazione - ha spiegato - è pittorica. Io, prima di fare cinema, facevo il pittore. Quando ho iniziato a fare il regista ho cercato di raccontare storie che mi permettessero di ricostruire un mondo visivo". "Al centro della mia ricerca c'è sempre l'uomo, con i suoi misteri, pensieri, labirinti", ha aggiunto il regista, sottolineando come i suoi personaggi siano spesso antieroi, con un'unica eccezione: Seydou, il protagonista di "Io Capitano", il film che l'ha visto candidato all'Oscar. Garrone ha descritto Seydou come "l'unico eroe" tra i suoi personaggi, un giovane puro e senza macchie che, proprio come l'Odissea, intraprende un viaggio epico di trasformazione. Il film è nato da un incontro fortuito: "L'idea è arrivata in Sicilia, quando sono andato a trovare un amico che ha un centro di accoglienza per minori a Catania. Da lì sono venute fuori storie incredibili, come quella di Fofana, che a 15 anni ha guidato una barca senza averlo mai fatto". Parlando del processo creativo di "Io Capitano", Garrone ha rivelato le difficoltà personali che ha incontrato: "Mi sentivo a disagio essendo italiano borghese nel raccontare una storia come quella, con i rischi di strumentalizzare. Ho capito che l'unica strada possibile era quella di fare il film con loro". Garrone ha anche riflettuto sull'importanza del viaggio interiore che compie Seydou definito dal regista "un viaggio di trasformazione".

(V.Korablyov--DTZ)