Dalla luce una nuova tecnica per ottenere farmaci
Messa a punto in Italia, permette di avere molecole più robuste
La luce diventa un elemento di primo piano per i futuri farmaci, grazie al ruolo importante che ha dimostrato di avere nel rendere più stabili e resistenti piccole molecole particolarmente adatte per ottenere farmaci contro tumori o malattie genetiche. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Catalysis, si deve alla ricerca coordinata dall'Università di Padova e alla quale hanno partecipato le Università di Ferrara e Parma. Per costruire molecole da utilizzate nei farmaci si utilizza il metodo chiamato 'rilascio di tensione', che permette di far reagire composti che hanno un'elevata energia dovuta alla tensione creata tra gli atomi che li costituiscono. E' una situazione simile a quella che si ha quando si tende una corda all'estremo e una lama la spezza. Nel caso delle molecole, si spezza un legame per formarne uno nuovo. Utilizzata per ottenere molecole formate da anelli a base di carbonio, questa tecnica non è stata finora altrettanto efficace per ottenere gli anelli a base di azoto chiamati azetidine e particolarmente utili per i famaci anticancro e per la cura di malattie genetiche. Il risultato ottenuto dal gruppo italiano permette adesso di fare un passo in avanti nella produzione delle azetidine. "In questo studio presentiamo una nuova strategia che utilizza la semplice luce solare per creare azetidine in modo semplice e sostenibile", osserva Luca Dell'Amico, del dipartimento di Scienze chimiche dell'Università di Padova e corresponding author della ricerca, il cui primo autore è Ricardo I. Rodríguez, dello stesso dipartimento. "Questo metodo - prosegue - usa un fotosensibilizzatore organico, che è una molecola in grado di attivare i componenti della reazione chimica e farli reagire insieme mediante questo approccio a rilascio di tensione". Per fare un esempio, aggiunge, "è come se la luce servisse a tendere una corda; nel nostro caso serve a tendere fino a portare alla reattività desiderata gli atomi delle molecole. Usando solo luce, non si generano prodotti di scarto, inoltre la luce è per noi un reagente abbondante e a costo zero"
(L.Møller--DTZ)