In Giappone ogni anno 68mila anziani muoiono in solitudine
Mentre accelera il processo di invecchiamento della popolazione
Sfiorano quota 70mila ogni anno in Giappone le morti in solitudine di persone anziane, a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione. Secondo i dati dell'Agenzia nazionale di polizia circa 68.000 tra uomini e donne con un'età superiore ai 65 anni sono morte da sole in casa senza il supporto di conoscenti o familiari, malgrado l'intensificarsi degli sforzi del governo per combattere l'isolamento sociale e la propensione alla solitudine, con l'approvazione di una legge nel maggio 2023. Una morte solitaria è definita dalle autorità quei casi in cui si verifica un decesso "senza che nessun altro ne sia testimone, e il trascorrere di un certo periodo di tempo prima che il corpo venga ritrovato". Le statistiche preliminari della polizia segnalano oltre 21.700 di questi tragici epiloghi su scala nazionale da gennaio a marzo di quest'anno, un dato che comprende i casi di suicidio. Quasi l'80% delle circostanze riguarda individui con un'età superiore ai 65 anni. La scorsa settimana il ministero della Salute nipponica aveva pubblicato uno studio in cui si prevede che nel 2060 il 17,7% dei giapponesi ultra 65enni sarà in qualche modo affetto da demenza, sottolineando la necessità di espandere l'assistenza infermieristica e di rafforzare le misure preventive in un contesto di costante invecchiamento della popolazione nel Paese. Secondo i ricercatori, il numero di pazienti che avranno seri problemi con le funzioni cognitive, molti dei quali vivranno da soli, salirà a 5,84 milioni circa nel 2040 - nello stesso periodo in cui la popolazione anziana raggiungerà il picco in Giappone, incrementando a 5,86 milioni nel 2050 e a 6,45 milioni nel 2060. In base all'ultimo censimento, il 29,1% dei quasi 125 milioni di abitanti in Giappone ha più 65 anni, un numero quasi quadruplicato negli ultimi 40 anni, e una persona su 10 è ultra-ottantenne. A livello mondiale l'Italia si classifica al secondo posto con il 24,5% di over 65.
(P.Hansen--DTZ)