Portovesme, Cgil-Cisl-Uil 'stop linea zinco inaccettabile'
Landini, Sbarra e Bombardieri: 'colpa costo dell'energia'
La vertenza degli operai della Portovesme al centro del Labour 7 dei sindacati in corso a Cagliari. I tre leader di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pier Paolo Bombardieri questa sera incontreranno un delegazione di lavoratori. "Questa crisi purtroppo nasce dal costo dell'energia - afferma Bombardieri - così come abbiamo verificato negli incontri con l'azienda ed è per questo che noi chiediamo al governo, anche all'Europa, di intervenire. È necessario affrontare la transizione climatica e il costo dell'energia in modo tale da dare disposte soprattutto alle aziende ma soprattutto ai lavoratori. Non possiamo scaricare i grandi profitti che fanno le multinazionali sulle spalle di lavoratori e di lavoratrici, in modo particolare in Sardegna". Per Sbarra "l'iniziativa di Glencore è assolutamente inaccettabile (fermare gli impianti dello zinco, ndr). Esprimiamo forte contrarietà alle scelte di politica industriale che la multinazionale sta annunciando. Questo gruppo ha utilizzato negli anni passati incentivi economici e anche sostegni e aiuti per quanto riguarda il taglio del costo dell'energia. Oggi non può presentare questo conto addirittura mettendo a rischio filiere della siderurgia assolutamente centrali e importanti per lo sviluppo delle attività produttive come la filiera del zinco, la filiera del piombo". "Dobbiamo dire con molta forza a Glencore che deve cambiare posizione - interviene Landini - Non siamo assolutamente d'accordo che si cessi l'attività. L'ha già fatto, cessando la linea in passato, oggi se passa questa linea vuol dire far saltare il sistema industriale del Sulcis perché stiamo parlando di mille posti di lavoro in meno. Siccome continuiamo a pensare che il nostro Paese compreso la Sardegna per avere un futuro deve essere anche un Paese industriale all'avanguardia, è chiaro che bisogna far cambiare idea alla multinazionale".
(S.A.Dudajev--DTZ)